L’intervista

Gennaio 2007

Dialogo con l’autore Roberto BRUNI

DOMANDE e RISPOSTE

D.:

A parte dei veri complimenti per questo suo libro che mi è piaciuto, a dir poco, moltissimo, soprattutto perché è riuscito a scrivere un romanzo completo e avvincente, ambientato nel prossimo futuro, il 2100, con argomentazioni che riguardano il nostro tempo e che mi hanno sconvolto…

Le volevo quindi chiedere innanzitutto, è una sua previsione quella che descrive nel suo libro romanzo, L’ISOLA DEGLI INFAMI?

R.:

Se Lei ha letto il mio primo libro intitolato “IL MONDO CHE VERRA’!-IL MONDO CHE VERRA’? dove metto il lettore davanti a due previsioni possibili future, una ottimistica e una pessimistica, e che sono indicate rispettivamente con la parte bianca e nera nella copertina del libro stesso, Il Mondo che verrà, ebbene il mio nuovo libro L’ISOLA DEGLI INFAMI, prende spunto e si colloca nell’ottica della versione pessimistica del futuro del pianeta…

D.:

Però nel libro ho notato anche un segnale di speranza…

R.:

Vede, io sono ottimista per natura, ma anche realista, e, per come oggi io vedo vanno le cose, purtroppo, noto che la tendenza del genere umano è quella di proseguire con la mentalità generalizzata della guerra, dello scontro sociale, ecc. Tutto dipenderà dalle decisioni dei nostri grandi politici attuali e da quelli, diciamo, della prossima generazione.

Una cosa credo che sia certa, che se non avverranno drastici cambiamenti di rotta nel modo di governare il nostro pianeta, con una nuova e più crescente mentalità delle masse dei popoli di questa terra, di non risolvere i problemi con le armi da una parte e con atti terroristici dall’altra…credo che non ci sia speranza per questa umanità.

Il mio libro vuole dare, appunto, un segnale di fiducia, raccontando la storia di vari personaggi dell’ISOLA DEGLI INFAMI, dove in questa isola-carcere, che ho chiamato Caraguera, riescono a creare una società che diventerà migliore della cosiddetta società dei Buoni che li ha mandati lì a espiare le loro colpe.

D.:

Quindi, se ho capito bene, invertendosi le parti: La società dei buoni è in effetti la società marcia, corrotta, malvagia e decaduta e la società dei cosiddetti cattivi diventerà invece il vero tipo di società, dei buoni, da prendere ad esempio…

R.:

Esattamente, questa è in grande sintesi la morale del mio libro L’ISOLA DEGLI INFAMI.

D.:

Io, leggendo il suo libro, L’ISOLA DEGLI INFAMI, mi sono innamorato dei due personaggi femminili più importanti, Maria Luna e la Dottoressa Ferguson, e mi chiedo come sia potuto accadere, perché sono l’una opposta all’altra e quindi così diverse…

R.:

Questo dimostra che l’uomo fa molta fatica ad essere monogamo! Ma a prescindere da questo, credo che le due donne, Maria Luna e la Dottoressa Ferguson abbiano invece molto in comune, soprattutto il loro, diciamo, molto disturbato, lato psicologico, causa delle loro sorti molto diverse,…ma è meglio che non spieghi altro per non rovinare la lettura…

D.:

Certo, certo, ci mancherebbe.

Cambiando argomento del libro L’ISOLA DEGLI INFAMI, non crede di farsi dei nemici quando descrive quello che sta succedendo o accadrà in Cina?

R.:

Vede, quello che ho descritto sulla Cina, purtroppo, non è fantasia, ma cruda e nuda realtà.

E torno a dire, purtroppo…Riguardo i nemici, spero di no, perché sarebbero tanti, troppi…

D.:

l’idea del libro, di questa ISOLA DEGLI INFAMI, dove sono inviati i detenuti che hanno commesso i più gravi delitti, dittatori, affamatori di popolo, ecc. mi ha affascinato molto, ma non è, per così dire, un po’ troppo utopistica, questa idea che da gente malvagia, possa nascere il bene?…O come mi sembra di capire, una società ideale?

R.:

Il mio libro è pur sempre un romanzo, non è certo un trattato di filosofia, anche se mi sono permesso, diciamo, di fantasticare su un tipo di società nuova e romantica, oltre che romanzesca. Voglio dire con questo, che già fra i più grandi filosofi e umanisti, dal greco Platone che ha scritto “LA REPUBBLICA” nel 390 a.c., all’inglese Tommaso Moro, (*) che ha scritto il libro UTOPIA nel 1500, a Cesare Beccaria, si ipotizza una società ideale, rapportata a quei tempi, ovviamente, come quella futuristica che io penso, e spero, possa diventare quella in un nostro prossimo futuro…

Riguardo l’argomento del male e del bene, non dimentichiamo che molti Santi della Chiesa Cattolica, sono stati, prima di diventarlo, grandi peccatori e cattivi esempi per la società dei loro tempi. Credo che meglio di coloro che hanno perpetrato il male, ed essersi veramente pentiti, possano comprendere la magnificenza del voler bene al prossimo e seguire una retta via. E’ come per coloro che hanno sofferto gravi malattie che poi sono guariti e che possono veramente apprezzare il valore della salute e dello stare bene…

Cose ovvie, ma vere!

D.:

Giustissimo, sono d’accordo.

Però, nel libro, nonostante si promulga la legge, diciamo, del perdono, si è anche applicata ad un condannato la pena di morte…Non c’è un po’ di contraddizione?

R.:

In effetti, nel romanzo, molti di coloro che sono inviati all’isola di Caraguera, sarebbero stati condannati alla pena di morte, nei loro paesi di origine. Dato che mi auguro che la pena di morte sia abolita in tutti i paesi del mondo, almeno a far data 2100, a maggior ragione nell’isola di Caraguera, la pena di morte, non è applicata. Ma per una società ancora giovane e in via di trasformazione, può valere sempre un’ eccezione che conferma la regola. E il mio libro è pur sempre un romanzo, non un trattato di filosofia!

Io credo che la giusta Giustizia dei tribunali degli uomini, sia e sarà sempre imperfetta, almeno fino a quando é la giustizia dei più forti e non dei più giusti.

Non credo nella pena di morte. Penso che si debba tendere a perdonare, ma solo quando si è almeno certi del vero pentimento, e comunque non subito, per quello che uno ha appena commesso. Chi ha sbagliato deve prima veramente dimostrare alla società di essersi pentito per quello che ha fatto. Perdonare tanto per perdonare, credo che non sia un buon esempio per la società. L’esempio degli orrendi omicidi di ERBA, con il padre che perdona subito chi gli ha ucciso la moglie, una figlia e un nipotino, non mi convince.

Mi fa star male, anche se io sono per il perdono, ma ripeto, non subito, non è un bell’ esempio…

E proclamarlo subito alla televisione ,il proprio perdono, in prima serata, come a vantarsi della propria benignità, non mi è piaciuto…Aspetta almeno di capire il loro pentimento e poi potranno forse meritare il tuo perdono!

Che messaggio è quello di perdonare subito?Per delle persone con menti deboli e malate, può far scaturire subito un alibi: tanto la società mi perdona…perchè alla fine la società si sente colpevole ed ha un senso di frustrazione…e giustifica tutto…Credo che non sia giusto dare questo messaggio.

Tornando al romanzo, si è vero, il giudice Robert Goldberg fa condannare qualcuno…non diciamo chi, ovviamente, alla pena capitale con il rito dei Maya, ma bisogna immedesimarsi nel contesto degli abitanti dell’ISOLA, che hanno comunque voluto che venisse applicata la pena di morte.

Si è trattato, comunque di una eccezione. C’è sempre una eccezione che conferma una regola, e poi ripeto, il mio libro è pur sempre un romanzo…

D.:

Nel libro lei prevede un collasso della società dei cosiddetti Buoni, per varie cause, come ad esempio la mentalità della guerra, l’arricchimento veloce, il crollo delle economie, la Cina, la droga, ma quella che più mi ha colpito, per non dire sconvolto, è il signoraggio…

Lei crede che ci dobbiamo veramente attendere un futuro prossimo come descrive nel suo libro L’ISOLA DEGLI INFAMI?

R.:

Ribadisco che il mio libro è un romanzo, con storie intriganti, anche amorose, fra i vari personaggi. Certamente trasmette alcuni messaggi fra cui, per chi lo legge, quello del signoraggio, che io definisco la più grande frode mondiale su cui si basa tutta l’economia del nostro pianeta. Purtroppo è tutto vero, basta andare a cliccare su internet e se ne scoprono delle belle…Comunque nel mio libro è spiegato molto bene…Basta leggerlo…

D.:

Spero di avere presto il modo di tornare a parlare di questi argomenti in un’altra occasione.

Io sono molto contento di avere letto il suo libro, veramente, fuori dal comune. Mi tolga una ultima curiosità, il nome dell’isola Caraguera, l’Isola degli Infami, come le è venuto in mente?

R.:

Caraguera è un nome puramente inventato, ed è un’isola che ho posto, idealmente al largo del Messico, all’ incirca sullo stesso parallelo, in un territorio Maya nella parte occidentale dell’istmo centro-americano.

Ma adesso che mi ci fa pensare, è straordinario sa?

Come si dice in dialetto modenese “cara guerra”?

Potrebbe anche dirsi, appunto, “cara guera”, come a significare:” quanto ci costi, guerra?”

E si potrebbe aggiungere: “cara guerra, quando finirai?”

Una vera coincidenza, non crede?

D.:

Straordinario, veramente straordinario, come il suo libro.

Grazie Signor Bruni

(*)

  • Aristotele, discepolo di Platone, auspica a sua volta una società più divertente, rispetto quella monotona del suo maestro, dove tutti dovrebbero vivere allo stesso modo!
  • Platone sosteneva che il fondamento essenziale di una società sana era nell’equa spartizione dei beni ed era contro la proprietà privata.
  • Tommaso Moro, viene dichiarato patrono degli statisti e dei politici da papa Giovanni Paolo II 
  • Cesare Beccarla, ha scritto nel 1764 “Dei delitti e delle pene”. Sua figlia Giulia, fu la madre di Alessandro Manzoni.